AS ROMACALCIO

I comitati contro il nuovo stadio della Roma: “Pronti a esposti in Procura”

L’attacco delle associazioni contrarie alla realizzazione della grande opera: “Espropri mai avvenuti in vent’anni hanno impedito la realizzazione del parco di Pietralata”

Romatoday. L’area dell’ex Sdo di Pietralata, prescelta per costruire il nuovo stadio della Roma, doveva essere destinata a verde pubblico, e l’amministrazione capitolina non ha mai negli anni portato a termine il processo di esproprio delle particelle private di terreno, propedeutico alla realizzazione del progetto. Questa l’argomentazione centrale che spinge i comitati contrari allo stadio ad annunciare possibili nuovi esposti in Procura sul caso.

“L’area ex Sdo individuata dalla A.S. Roma S.p.A. per la realizzazione del ‘Nuovo Stadio della Roma’ è stata indicata come di proprietà di Roma Capitale. Si tratta dell’area che nel 2001-2003 è stata oggetto delle ordinanze sindacali di esproprio per la realizzazione del Sistema direzionale orientale. Un progetto, di fatto, mai realizzato e che negli anni a seguire, sulla base dei successivi progetti di pianificazione urbanistica, ha previsto che l’intera area fosse destinata a ‘verde pubblico’ (Parco di Pietralata)” ricordano in una nota di denuncia i comitati Arci Pietralata, Popolare Monti di Pietralata, Tiburtino Nord e Pietralata, comitato Cittadino Pietralata Tiburtini, Pratone di Torre Spaccata, NO STADIO Lanciani/Nomentana, Stadio Pietralata, NO GRAZIE Comitato Villa Blanc.

“Il disinteresse dell’Amministrazione comunale verso l’area si è anche tradotta nella mancata trascrizione degli espropri, cosicché numerose particelle non sono mai state ‘intestate’ a Roma Capitale, se non negli ultimi mesi!” proseguono ancora. “È emerso, infatti, che il Comune di Roma si sia ‘ricordato’ di essere il proprietario di parte di questa area solo nel periodo aprile/maggio del 2023 (ben 21 anni dopo), allorquando alcuni dei possessori storici delle aree, con l’ausilio del proprio legale, l’Avv. Luca Zerella, hanno deciso di far valere il possesso ultra ventennale domandando l’usucapione delle aree (causa iscritta al ruolo nei giorni scorsi)”.

In conclusione, “questi atti di sciatteria e noncuranza della cosa pubblica, per i quali stiamo valutando di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, hanno di fatto impossibilitato la presa in carico e la cura dell’area verde destinata a parco pubblico impedendo al contempo, a qualsiasi Giunta susseguitasi negli anni, di dare seguito ad attività di progettazione, manutenzione e gestione delle aree, che sono quindi state lasciate colpevolmente in uno stato di ventennale abbandono”.

Lo stadio della Roma, lo ricordiamo, ha ricevuto l’ok all’interesse pubblico dal Consiglio comunale lo scorso 9 maggio. Il provvedimento è necessario, e previsto dalla legge sugli stadi, per avviare la successiva conferenza dei servizi decisoria. Sarà realizzato su un’area che, in larga parte, è pubblica. Per questo l’amministrazione capitolina ha deciso di avviare un processo partecipativo in una fase in cui, le decisioni finali, non sono ancora state prese. Sarà la Nomisma Spa, una società di ricerche e consulenza fondata a Bologna nel 1981, a occuparsi di progettare e gestire il dibattito pubblico sull’intervento previsto a Pietralata.

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