AS ROMACALCIO

La tripletta di Dybala piega il Torino

Solo una tripletta di Dybala piega un bel Torino: la Roma vede la zona ChampionsAndrea Pugliese26 Febbraio – ROMAL’argentino apre su rigore, il pari è di Zapata. Nella ripresa due perle della Joya lanciano i giallorossi a -2 dall’Atalanta e a -4 dal Bologna. Nel finale l’autogol di HuijsenTempo di lettura: 3 minutiLe magie di Dybala e il gioco di Juric. Alla fine vincono le prime, perché l’estro nel calcio spesso e volentieri fa la differenza. Ma il Torino ha di che rammaricarsi per una partita che ha condotto a lungo, soprattutto nel primo tempo (quando il consuntivo dei tiri è 9-3 per i granata). Poi, però, si è accesa la luce che in casa giallorossa risponde al nome di Paulo Dybala, autore della tripletta che regala alla Roma una vittoria (3-2) che sa di Champions. Per il Torino, invece, prestazioni di alto livello di Vlasic e Bellanova e la rabbia di non aver concretizzato quando c’era da farlo. PARI E PATTA— De Rossi decide di mettersi a specchio e rispolvera la difesa a tre, con Smalling che torna titolare 178 giorni dopo l’ultima volta e Lukaku che va in panchina, dando spazio ad Azmoun. Juric, invece, conferma l’estro di Vlasic alle spalle di Zapata e Sanabria e gioca la solita partita uomo a uomo. Tanto è vero che si gioca molto più nella metà campo della Roma che non in quella del Toro, perché i granata aggrediscono dal basso e mandano in difficoltà la costruzione iniziale dei giallorossi. Gli accoppiamenti sono fissi: Zapata-Mancini, Sanabria-Smalling, Vlasic-Ndicka, Gineitis-Cristante e Ricci-Paredes. Così la Roma per trovare vie di fuga si affida all’estro di Dybala, che avvia l’azione in cui i giallorossi sfiorano il vantaggio: ripartenza veloce di Azmoun e palo di Kristensen (che poteva sicuramente fare meglio). Poi, però, lo spartito torna lo stesso, con Vlasic a disegnare gioco e il Torino a mettere all’angolo la Roma. Solo che Zapata si trova spesso fuori posizione, a volte addirittura sulla metà campo, senza poter riempire l’aria di rigore. E quando lo fa, costringe Mancini ad un recupero super. Poi è Ricci a sfiorare il gol con un bel gesto tecnico, sullo spunto del solito Bellanova, uno stantuffo in fascia. Quando tutto fa pensare che si vada al riposo così, ecco che la gara si accende. Prima per un’ingenuità di Sazonov (fallo su Azmoun e rigore trasformato da Dybala) e poi per un colpo di testa imperiale di Zapata, sull’ennesima giocata di Bellanova (ma c’è spazio anche per un tiro da fuori di Vlasic, su cui Svilar si salva come può).

SUPER JOYA— Ad inizio ripresa il Torino si rende subito pericoloso con Lazaro (bene Svilar in angolo), poi però perde i riferimenti e sembra meno fluido nella manovra rispetto ai primi 45’. Dall’altra parte, invece, la Roma sembra non riuscire a risalire fino a che, però, non si accende l’estro di Dybala, che in 12 minuti porta a casa da solo la partita: prima con una magia a giro da venti metri e poi con un diagonale successivo all’uno-due con Lukaku (entrato da poco). Una doppia mazzata che ucciderebbe chiunque, ma non il Toro. Che si rimette lì e prova a riaprire la partita prima con Vlasic e poi con Okereke (bravo Svilar), riuscendoci poi in extremis con Ricci (decisivo il tocco di Huijsen). L’ultimo brivido è una palla in profondità per Zapata, che non riesce a controllare in area di rigore. Finisce così, con la Roma a gioire e il Torino a rammaricarsi.

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