Arriva Ghisolfi, Nandez del Cagliari firma un triennale
“Roma, arriva Ghisolfi”, titola stamattina La Gazzetta dello Sport. Le missioni del ds: colpi, via gli esuberi e ridurre gli ingaggi. Parte la rivoluzione Andranno via in 15. Squadra da rifare abbassando il monte-stipendi del 10-15%. Karsdorp, Celik, Smalling, Aouar, Zalewski e Abraham sono gli elementi che si proverà a sistemare altrove, oltre a quelli che torneranno alla base dai vari prestiti: Belotti, Solbakken, Kumbulla, Shomurodov e Darboe. Cinque giocatori che non rientrano nei piani di De Rossi ed a cui Ghisolfi dovrà trovare una nuova sistemazione, possibilmente anche definitiva. Considerando – appunto che le squadre che attualmente li hanno in prestito quasi sicuramente non li riscatteranno, con il conseguente ritorno alla base.
La rosa attuale ha dei «bug» clamorosi che andranno inevitabilmente colmati, a livello di qualità, ma anche di quantità. Servono due terzini destri (piace Diakité del Lille), un difensore centrale di livello, un terzino sinistro, un centrocampo box to box (e Nandez del Cagliari – in scadenza – andrebbe benissimo…), un centravanti (oltre a Banza del Lille piace anche Samu Omorodion dell’Atletico Madrid, ma quest’anno in prestitoall’Alaves) ed un esterno d’attacco (nel taccuino c’è Edon Zhegrova del Lille). De Rossi gli identikit li ha dati: sugli esterni vuole gente di gamba e che abbia confidenza nell’uno contro uno, sia per gli attaccanti che per i difensori – si legge sulla rosea -. E poi vuole calciatori affamati, che sentano la Roma come una seconda pelle e che abbiano voglia di correre, sacrificarsi. Meno generali e più soldati, ma di livello. E su questo dovrà ragionare Ghisolfi. E poi c’è la questione degli stipendi, con un monte ingaggi attuale di ben 104,7 milioni di euro, fattispecie che posiziona la Roma al terzo posto assoluto nella nostra Serie A, alle spalle solo di Juventus e Inter. Ecco, tutti quei soldi in questi ultimi anni non hanno prodotto i risultati sperati ed allora – in tempi di fair play finanziario – il desiderio dei Friedkin è di abbassare il totale complessivo del costo del lavoro (leggi stipendi) del 10-15%.