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Simone Farina, quando l’onestà non paga

Siamo nel 2011.Simone Farina ha 29 anni e gioca nel Gubbio, neopromosso in Serie B.Un giorno viene contattato da un suo ex compagno delle giovanili della Roma, Alessandro Zamperini, che non sentiva da 10 anni.Il motivo?Truccare una gara di Coppa Italia: Cesena-Gubbio, in cambio di 200.000 euro.Una somma di certo non indifferente se rapportata allo stipendio percepito da un calciatore di Serie B.Ma Simone non ci sta, e denuncia tutto alla giustizia sportiva.«In quel momento mi è passata davanti tutta la mia vita di sacrifici, di lavoro e di passione che mi aveva portato a giocare in Serie B. Tutto quello l’avevo ottenuto con le mie forze e con l’aiuto della mia famiglia. Quei soldi mi avrebbero migliorato la vita, certo, ma poi non avrei più potuto guardare i miei figli negli occhi».Dopo quel suo gesto, Farina fu celebrato da molti.Premiato dalla Fifa durante la cerimonia del Pallone d’Oro e premiato dal CT della nazionale Cesare Prandelli con una convocazione “simbolica” in azzurro.Tutto è bene quel che finisce bene direte voi.E invece no.Perchè l’anno dopo, alla fine del suo contratto con il Gubbio, Simone Farina, a soli 30 anni, non riesce più a trovare una squadra.Eppure è un buon terzino sinistro per la categoria, quale può essere il problema?Era diventato “scomodo”.Questo era il conto che il mondo del calcio gli presentava per essere stato onesto.Per fortuna all’estero l’Aston Villa, venuto a conoscenza della sua storia, gli offrì un ruolo all’interno del settore giovanile, con il compito di insegnare ai bambini i valori del calcio.Tanto di cappello a Simone Farina perchè in un mondo che sa essere molto sporco, il tuo gesto da signore non verrà da noi dimenticato.

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