Crisi Roma!
In piena crisi la Roma di Juric. Contro la squadra belga dell’Union, che viaggia nel suo campionato al di sotto della metà classifica, i giallorossi hanno confermato tutti i loro problemi, chiudendo con un pareggio che complica il cammino. Già, perché la Roma – che nei pronostici è partita come una delle favorite assolute – sembra avviarsi verso gli spareggi, con appena cinque punti nelle prime quattro partite. Un curriculum quasi malinconico. E anche stavolta la prestazione è stata deludente: non è bastato neppure passare in vantaggio, grazie a un’uscita avventurosa del portiere rivale, per portare a casa il risultato. Dopo aver incassato il pareggio di testa su calcio d’angolo, ad opera di Mac Allister, uno tra i più piccoli degli avversari, la Roma ha sbandato fino al punto di rischiare in extremis addirittura il 2-1.
Senza identità— Una Roma alla ricerca di un punto di riferimento societario, senza un’identità in campo, con l’allenatore che domenica contro il Bologna andrà incontro all’ennesimo esame per provare a salvare la panchina. Il problema, come detto, è però addirittura più complesso e chiama in causa tutte le componenti. Perché ci sarà bisogno, durante la sosta, di riordinare le idee, di farsene venire di nuove e brillanti per riportare in linea di galleggiamento una barca che fa acqua da tutte le parti. Perché dopo la sosta per le nazionali, la Roma è attesa da un trittico da far tremare i polsi: Napoli, Tottenham e Atalanta. Insomma, c’è davvero poco da scherzare.
Si inizia con Johnson dei Righeira che canta prima “No tengo dinero” e poi “Vamos a la playa”. Poi Pocognoli disegna un 3-4-3 assai offensivo, Juric risponde con il solito 3-4-2-1, con Shomurodov (subito ammonito) di punta e la coppia di centrocampo Le Fée-Koné a pressare sempre Vanhoutte e Sadiki. A partire meglio sono i belgi, che fanno la partita un po’ per tutto il primo tempo. Niang a sinistra mette alle corde Celik, che quando può far invece male lui sbaglia come al solito un po’ tutte le scelte. Più in generale i limiti tecnici dell’Unione (decimo nella Jupiler League) sono evidenti e si notano sempre, in fase di costruzione ma anche di finalizzazione. Eppure questa Roma non riesce ad emergere neanche contro avversari così modesti, tanto che a sfiorare il gol sono proprio i padroni di casa prima con Khalaili (bolide in corsa di un soffio alto), poi con Niang e infine con Sykes (colpo di testa di poco al lato). La spinta belga però si esaurisce qui, poi c’è poco altro. Qualche folata offensiva di Fuseini, che Mancini fatica a contenere. E la Roma? Un tiro da fuori di Baldanzi e uno in mischia di Pellegrini, ma entrambi velleitari. Manca la fantasia, ma forse anche la voglia e il gusto di divertirsi (eppure Juric dopo Verona aveva detto esattamente il contrario). Così l’ultimo brivido lo porta ancora Niang, su cui Svilar è bravo in angolo
La ripresa ci regala una Roma leggermente più viva, almeno all’inizio: Shomurodov di testa spreca un buon assist di Pellegrini, mentre Baldanzi è sfortunato, con il suo tiro a giro che si stampa in pieno sul palo. Allora Juric manda dentro Pisilli e Dovbyk, ma al 17’ è Mancini a dare il vantaggio ai giallorossi, di testa su altro assist di Pellegrini e sfruttando un’uscita incerta di Moris. Una volta in vantaggio, diventa tutto più semplice per gli uomini di Juric, anche perché l’Union non ha più forze per reagire. Pocognoli prova a dare energia al suo attacco con Rodriguez e Ait El Hadj, ma la sostanza cambia poco, con i belgi che faticano a trovare canali in verticale e non sono neanche mai capaci di sfruttare l’ampiezza. Poi, però, la squadra di Pocognoli trova quasi casualmente il gol: angolo di Vanhoutte e gol di Mac Allister, con Svilar che inciampa in mezzo all’area e Celik che dorme in marcatura. E alla Roma va anche bene che l’Union ha poca qualità e spreca un paio di ripartenze che potevano anche mandare a picco i giallorossi. E nel finale è Svilar a salvare su Ait El Hadj, dopo che Rodriguez si era divorato il gol della vittoria.